In montagna
"In ricordo di Mario, bravissimo
alpinista uomo tutto d'un pezzo, grande
amico..."
1960: Alberto Veronese, a
sinistra, e Mario Guglielmotto si stringono la
mano tra le nevi delle Alpi, in territorio
svizzero
L’articolo molto interessante, apparso su
«TorinoSette», che ricordava il 75° anniversario della
fondazione dell’Aer, Associazione Escursionisti
Rocciamelone, ha svegliato in me la voglia di ricordare
- scrive Alberto Veronese di Torino - un incomparabile,
carissimo amico, Mario Guglielmotto, che fu socio
dell’Aer, scomparso per una malattia incurabile nel
lontano 1966. Un uomo come si suol dire, tutto d’un
pezzo; buono, generoso, anche autoritario quand’era il
momento; osservante delle regole della sacra amicizia,
in ossequio alla quale entrambi ci iscrivemmo: io alla
sua società Aer, e lui alla mia Ada Cai (Amici delle
Alpi del Club Alpino). Allora Mario aveva 50 anni,
fisico robusto, scalatore eccellente, pieno di
iniziative, amante delle canzoni di montagna, dotato di
una bella e squillante voce che attirava simpatici
consensi e lo rendeva pure trascinatore!
Non
aspirava certo a fama alpinistica, ma era alpinista
bravissimo, scrupoloso, forte e prudente e come tale va
ricordato. Quante belle scalate abbiamo fatto
insieme: la Nerchialli, la Signal, la Cian, la
Ruinette, i Lyskamm, il Cervino, la Doufour, i Rochers
Cornous, il Gran Combin e tante altre, talvolta anche
incomplete perchè lo imponeva la sua giusta prudenza!
Riordinando le mie vecchie carte m’è venuta tra le mani
quella poesia, scritta in una notte del 1950 a casa mia
per adattarla a un inno che la moglie di un socio aveva
composto per l’Ada. I versi erano di Gugliemotto e miei.
Mi piacerebbe vederli stampati perchè Mario merita
di essere ricordato per le sue sublimi doti soprattutto
di umanità e abnegazione. Ecco
l’inno.
«Batti piccozza l’ultimo
gradino ecco la vetta ei calcherà ritto nel sole
s’erge l’Adain del cerchio i monti ammirerà In
dura lotta forte s’impegnò rocce e ghiacciai per
superare nulla più ostacola l’Alpin è la vittoria
alfin Lo scalator dà un saluto di lassù ai cari
monti che son la sua passione non scorderà quella
visione e i monti amerà sempre di più Quando
ritorna dalla vetta ognor il baldo alpino
all’imbrunir guarda da valle molto fiero in cor la
sua conquista ingigantir! Scende
cantando lieto la canzon questa canzone
d’ardimento e una promessa allor di ritornare
ancor».
Dalla foto di questa pagina, un
saluto (storico per noi vecchi amici), in territorio
svizzero, con Mario che, da un alto colle, scenderà al
paese dove viveva e lavorava, ed io che raggiungerò
Ollomont in Italia, Val d’Aosta, con l’altro amico,
poeta e pittore, Beppe Gastaldi.
17 novembre |